Hobophobic - I sogni a naufragare - CD
Hardcore da Taranto. Arrivati al secondo cd, gli Hobophobic crescono e crescono e crescono ancora, e sfornano un disco veloce quanto intenso ed emozionante.
Melodic hardcore from the South of Italy. Nine tracks spitting blood, sweat and sincerity. Play fast or die.
Tracklist:01. I sogni a naufragare
02. Parlami
03. Il mondo illuso
04. Vite rinchiuse
05. Volti
06. Lacrime amare
07. Fino a che punto
08. Gelo
09. Assente
Released by Smartz, Donnabavosa, Porrozine, Fullblast, Frantic, Apecervo, Dischirozzi, Fortementeindiziati, Indios, Choicesofyourown, Spacciatori, Equalrights, Terapiaintensiva, Moltiplicazionimentali, L'oltraggio. Hobophobic is: Luigi, Luca, Giggoma, Carmine. Recorded and mixed by Hobophobic and Diego in january 2005 @ Peak Old Studio in Grottaglie (Taranto).
SM025 - CD 2005 -
SOLD OUT
Debaser
«L'hardcore italiano passa anche (e soprattutto) dagli Hobophobic. Il gruppo di Taranto si è rivelato negli anni l'incarnazione del modo più puro ed intransigente di esprimersi attraverso l'hardcore, di usarlo come uno strumento per esprimere il proprio urlo ad uno Stato, ad una società che flagella tutti con un senso di disagio incolmabile ed insanabile. Non è disagio giovanile, è esistenzialismo umano, dell'uomo moderno. "Vite Rinchiuse" rende esplicito ciò che tutti vorrebbero dimenticare, l'idea di marcire in una gabbia che è la vita stessa, nascosta all'ombra del "quieto vivere" ma costruita di "giorni sempre uguali". L'indifferenza, l'ipocrisia. Uno Stato, un'economia, un conformismo, un intero sistema che rende schiavi del consumismo e della vita fasulla. I testi degli Hobophobic sono sempre stati politicamente impegnati, impregnati di rabbia e disagio, diretti ed espliciti. E la musica non è da meno: un hardcore velocissimo che si districa tra stacchi e cambi di tempo che sembrano essersi creati da soli, tanta è l'armonia che si viene a creare tra le loro note e i loro testi. E poi tanta melodia, ma soprattutto tanto pathos. Mi trattengo dal commentare le questioni che hanno portato alla composizione dell'album, legata a dei centri di permanenza temporanea a Lecce. Semplicemente perché non ho intenzione di fare politica, ognuno si cerca le informazioni che desidera, qui si desidera parlare di ben altro, del puro talento artistico del combo tarantino, slegato da ogni altra implicazione. Le canzoni degli Hobophobic hanno l'innata capacità di far venire i brividi lungo la pelle per la genuinità e la forza espressiva di cui sono costruite, dove testi, melodia e violenza è un tutt'uno per sfondare l'emotività dell'ascoltatore. Tutto ciò vale ancor più in quest'album, il secondo della band, dove viene dato il massimo risalto alla parte prettamente musicale. "Noi non ne possiamo più di questi grandi sfruttatori, grandi aguzzini e di tutti i loro servi.." e la title-track viaggia rabbiosa e sanguigna come un fiume in piena "Basta, basta, basta, ora basta!" fino all'urlo disperato "I sogni a naufragare!" e la distruzione emotiva è compiuta. Riff che potrebbero far scuola negli Usa tanto acclamati mentre provengono dal Mar Jonio, passione e melodia che sgorga, ed il delirio diventa sublime quando ogni parola riesce a colpire al cuore "Remare contro tutti, il tempo che corre come un treno impazzito... e non c'è da fermarsi!". Impossibile star dietro a tanta classe ed eleganza, tanta quanta la rabbia e la voglia di cambiare le cose, tutte caratteristiche peculiari del gruppo. La tristezza di brani come "I Sogni a Naufragare", "Fino a che punto", "Lacrime Amare", "Volti" non sono facili da descrivere a parole se non la si vive sulla propria pelle. Tutto quello che deve essere un disco hardcore passa da qui. Rabbia, rancore, tristezza, dolore, violenza, emotività, genuinità, disagio, passione... poesia. "I Sogni A Naufragare" è probabilmente uno di quei dischi imprescindibili (o perlomeno, davvero degni di considerazione) per la scena hardcore di Taranto, pugliese, italiana, europea, mondiale, tutto. Gli Hobophobic rimangono un gruppo da supportare, credo, aldilà di ogni ideologia, credo politico e direi anche gusto musicale, semplicemente perché amano DAVVERO quello che fanno, a costo di rimetterci (fondi per CD e live non sono andati nelle loro tasche, ma usati per per la solidarietà dei "compagni leccesi"), amano la gente per cui lo fanno e soprattutto lo fanno dannatamente bene. "...E non c'è da fermarsi!!!"» (Stefano Pentassuglia)
Dedication «Gli Hobophobic di Taranto sono al loro secondo full length e si confermano come una delle realtà più interessanti nel panorama hardcore italico. La loro proposta musicale mi ricorda in primis lo stile Avail, ma il suono è così personale che mi viene difficile paragonarli ad un'altra band. E' diretto, sporco, ma senza tralasciare alcune parti melodiche, mentre la voce è urlata in tutti i pezzi. Per il carattere fortemente politico delle tematiche trattate verrebbe da accostarli ai Propagandhi. I sogni a naufragare, Vite rinchiuse, Il mondo illuso, Lacrime amare, esprimono rabbia per lo stato delle cose con un velato ed amaro sarcasmo. Sofferenza sventolata senza troppe remore, voglia di cambiare, di agire e reagire. Date fiducia a questi cinque hardcorers ionici.» (Stefano Opipari)
Nova Muzique «Gli Hobophobic provengono da un abbondante decennio di attività nonostante la loro, a tutt’oggi, giovane età. Vengono da un insignificante paese nella provincia di Taranto. (Mi concedo l’autorità dell’aggettivo visto che è il mio paese di “origine”!!). Un certo sud pervaso da un ipocrita perbenismo, costruito su valori ormai relegati a tradizioni affogate nel folklore. Nella migliore delle ipotesi ci si abitua alla normalità a cui magari abbinare una famiglia o, nel caso delle nuove generazioni, una becera e pseudo-conformista mondanità… La “resistenza” che questa ancora giovane band rappresenta ha un’importanza storica nella scena hardcore italiana (e in quella locale?…). Questo per diversi motivi. Primo perché la scena hardcore italiana ha rappresentato sin dall’inizio degli anni 80 uno dei fenomeni più autentici e diretti che dai circuiti antagonisti sia mai emerso. Questi due lavori sono di un’incredibile maturità espressiva, sia a livello di esecuzione che di lirica. Chiunque abbia amato storiche e fondamentali realtà della scena musicale italiana come NEGAZIONE, KINA, INDIGESTI o RAW POWER, non può assolutamente ignorare gli Hobophobic. E gli Hobophobic sono ben lungi dal divenire un'altra cosa… Non so come fanno, ma riescono a non suonare anacronistici o datati… il loro suono, le loro parole sono così dirette ed energiche che è impossibile esitare sulla loro autenticità. Ok, molti potrebbero insistere sul fatto che sono fuori dal tempo… probabile, ma sanno fin troppo bene cosa vogliono. 15 anni fa ci credevo nell’hardcore… quello in lingua italiana, che mi rappresentava e mi “tutelava”… Oggi, credo che questa forma di “purezza” sia svanita e si sia trasformata in qualcosa di puramente esterofilo o prettamente politico. Sembra più un vezzo dei circuiti antagonisti sempre più chiusi in se stessi e che non sia più un mezzo di espressione e di lotta efficace. Tuttavia la dimensione più intima dell’hardcore, rivissuta attraverso una dialettica di altri tempi, in un caso come questo, mi commuove. Questi due lavori mi hanno reso nostalgico… Non c’è solo pura e beata ingenuità negli Hobophobic, espressa attraverso rabbia autentica e amore, ma c’è anche buon hardcore, rozzo, veloce, energico! Le liriche sono degne di nota… Non mancano spunti politici (“dopo arafat morte a sharon / morte ai loro servi bastardi assassini / che la chiesa di betlemme vada a fuoco!!!”) o prese di posizione etiche sul diritto d’autore (“copyright fanculo!”); c’è anche la spudorata rivendicazione del sognatore disadattato e rabbioso verso un sociale opprimente che non gli dà spazio (“Da sempre i sogni a naufragare, ma adesso basta”). Una vera “collezione di attimi, per le sensazioni più belle”… per citare uno degli epigoni del hardcore “emozionale” made in italy : Lo Spirito Continua dei Negazione (datato 1986!). Agli Hobophobic va riconosciuto un merito in particolare: quello di essere sempre vivi e incazzati!» (Antz)
Punk4free «Signori e zozzoni ho l'onere e l'onore di presentarvi (a chi non li conoscesse gia') gli Hobophobic uno dei gruppi hc piu' splendenti in italia.. PURA ENERGIA! Purtroppo son richiusi a Taranto e non spesso abbiam la fortuna di veder loro concerti.. ma ultimamente si stan muovendo molto di piu'.. quindi bando alle cazzate, nel Leggi Tutto la prima recensione di un bergamasco asd Quando mi sono proposto per fare una recensione arcor per punk4free ho detto: "sto plebeo di junior mi fara' ascoltare un gruppo di merde di cane cosi' mi divertiro' un po' a infamarli"; mi e' capitato il lavoro degli Hobophobic "i sogni a naufragare", l'ho ascoltato e mi sono reso conto di quanto cazzo parlo per niente! Cattivo, potente e incazzato ma con le note giuste, e' cosi che definirei il loro lavoro. I nostri amici terroni sono capaci di far fischiare gli strumenti, si sente fin dalla prima traccia (da cui l'album prende il nome) che all'orecchio di qualsiasi individuo medio che abbia mai ascoltato un po' di musica alternata,come diceva il Ferretti dei CCCP, suona decisa e suona forte cosi come deve essere un inizio per farti venir voglia di proseguire nell'ascolto degli altri pezzi. La numero 2 "Parlami" e' la mia preferita, ha un intro che spacca veramente il culo, delle riff da paura e pause messe nei momenti giusti il tutto completato da delle parti suonate che hanno un sound invidiabile...e se a questo si unisce una voce urlata nel modo giusto, cosi come e', ne risulta un ottimo pezzo che ti mette la carica agonistica giusta hauhauha. Si passa poi a "Il mondo illuso" canzone di denuncia caricata dalla solita dose di buon HC, bella la frase: "...brucerete con il nostro odio, bruceranno i vostri governi,non avremo mai pace, la nostra guerra per la liberta'". Non annoia di certo il proseguo dell'ascolto che mantiene la linea delle sonorita' scelte ed il precedente coefficiente tecnico musicale che e' na cifra alto per quello che e' il mio parere, poi si sa le opinioni sono come i buchi del culo: tutti li hanno e tutti puzzano!! Via via tutti gli altri pezzi skizzano compatti per andare a completare una ventina di minuti di ottimo hc bastardo e ben suonato...e, che nonostante cio',mantiene una melodicita' particolare. Se proprio si vuol cercare un difetto a questo D.I.Y. del gruppo di Taranto, la voce nelle parti non urlate e' soffocata dagli strumenti e cio' rende difficile capire le parole (ad esempio in vite rinchiuse) e il livello di voulme del basso e' un po trascurato ma fatta da un bassista sta critica e' ovvio che perde di valore... Tutto sommato mi sono trovato a dover commentare un ottimo lavoro dal quale traspaiono attitudine e buona tecnica, consiglio agli amanti del genere di seguire sto gruppo,io lo faro' sicuramente per vedere se confermano le mie impressioni anche dal vivo! Mi raccomando andate anche a messa la domenica se no dio vi mangia la testa.» (El Paggio)
Punkadeka «Gli Hobophobic sono stati uno dei primi gruppi hardcore che ho iniziato ad ascoltare ed ancora adesso sono nella mia lista dei preferiti, credo siano una delle band, ancora in circolazione, simbolo del sud. Sono sempre stato colpito dalla loro cura nel produrre i loro lavori (cd e ep), per quei pochi che credono ancora che il punk non è solo una musica, anche se soprattutto la parte musicale vi stupirà per energia e melodie. Questo cd si diversifica molto dai lavori precedenti, soprattutto se preso come esempio il loro penultimo cd “Rabbia e sudore”. La capacità è aumentata, come la velocità, ma soprattutto lo stile, l’innovazione, ragazzi questa è arte, queste canzoni riescono a darti emozioni mandandoti anche in trance, quindi state attenti quando lo ascoltate, ok?. Al contrario dell’ultimo lavoro, qui la voce è in secondo piano, per fare risaltare il lato musicale, e sinceramente io lo preferisco di gran lunga al precedente album, una registrazione migliore, più cura del dettaglio e naturalmente più anni, e quindi esperienza, sulle spalle.» (Perno)