X-Mary - Tutto bano - 12" LP with CD
Questo è il quarto disco degli X-Mary. Si intitola “Tutto Bano”. È fatto di canzoni senza testi e ritornelli senza strofe. Incredibile vinilone con CD incluso per sentirlo anche fuori dal vostro salotto.
This is the 4th album for X-Mary. It's entitled “Tutto Bano”. It's made of songs without lyrics and chorus without strophes. Incredible 12" LP vinyl with CD.
Tracklist:A1. Explosion
A2. Voglio Gatto Panceri
A3. Gin Tonic
A4. Magù
A5. Antiagonismo
A6. La playa
A7. Stasera (la luna)
B1. Robot dance
B2. Black power
B3. Piccolo, molle
B4. Tu non canti più con noi
B5. Stai scherzando con la droga
B6. Joshua
B7. Scappo negli anni cinquanta
B8. Explosion
bonus. only on cd: Famiglia Vaffanculo
bonus. only on vinyl: Asamadonediu
Released by Smartz, Wallace, Escape from Today, Tafuzzy, Noise Ville, No-Fi, Rebel Kid, Lemming, Untouchable Woman, Mastro Titta, Trovarobato, I Dischi di Plastica.
SM042 - 12" LP with CD 2009 -
SOLD OUT
Audiodrome
«San Colombano aiutaci tu. Di sicuro ha aiutato gli X-Mary alla loro prova migliore, concepita, nata e cresciuta alla Cascina Bovera durante la primavera del 2008 a San Colombano al Lambro. Elevata alla terza la schizofrenia e il folle sarcasmo di Cristiano, Luca F, Luca D e Mattia, i quali, fedeli alla linea Minutemen, hanno realizzato schegge di sostanza punk rock che ruotano attorno ad acusticherie, svolte elettroniche alla Daft Punk, riffoni granitici e ritimi indiavolati. Nume tutelare del disco, oltre san Bano chiaramente, Gatto Panceri, che scalza Luca Carboni dal ruolo che lo vedeva protagonista in X-Mary Al Circo. Divertimento assicurato e godibilità caricata a molle atomiche per l’ennesimo sforzo monumentale di co-produzione tra miliardi di etichette, come accaduto per il lavoro precedente. Che le sinergie continuino se portano a risultati di tale portata. E anche se la luna non ci vuole proprio più.» (Giampaolo Cristofaro)
Babylon Magazine «Gli X-Mary, sotto l'ala protettrice della lungimirante “Wallace Records”, sono arrivati al loro quarto, imprendibile, album. La cosa sembra interessargli davvero poco. Questi quattro trentenni, anagraficamente intendo, non hanno perso la voglia di divertirsi, lasciando trapelare una voglia di cazzeggio, molto intelligente, che contagia chiunque si avvicini alla band. Dal punto di vista musicale c'è davvero di che rimanere spiazzati, con tanto di sorriso da deficienti stampato sul volto mentre si ascoltano queste tracce. Episodi pop, ritmiche dance su basi disco in “Explosion” mutano poi in indie-rock, “Piccolo Molle”, passando per assaggi simil-punk “Anti-agonismo”. Irresistibile “Stai Scherzando Con La Droga”, irriverente brano seguito dal potente “Joshua”, straordinario davvero!! Poi arriva uno degli highlights assoluti dell'intero disco "Stasera (La Luna)”, uno schiacciasassi micidiale! "Voglio Gatto Panceri" non ha peli sulla lingua mentre l'album si conclude sulle note di "Scappo Negli Anni Cinquanta", acustico brano che sogna i fifties. Dal vivo spaccheranno di sicuro. Non mancateli.» (Giuseppe Celano)
Fuori dal Mucchio «Quarto disco “vero e proprio” per gli X-Mary, che hanno una storia ultradecennale di idiozia controllata ma non ponderata alle spalle. Solo in vinile, stavolta. Vinile corredato da CD (da ascoltare in macchina, la tendenza moderna è questa) suddiviso in “Lato A” e “Lato B” in modo da rendere impossibile lo skip delle tracce da parte dell'utente. San Colombano in copertina saluta l'ascoltatore prima dell'incipit techno (sarà anche outro) di “Explosion”. Il resto è il caleidoscopio di sempre, dove si scimmiotta con rigore o sregolatezza pungente certa attitudine melodica italiana (“Voglio Gatto Panceri”) e spaghetti-funky (“Gin Tonic”, “Stasera (La luna)”, “La playa” e “Black Power”), tra acustiche stralunate stile Ex-Otago (“Magù”, “Tu non canti più con noi”, “Stai scherzando con la droga”), distorsioni punkeggianti (“Antiagonistmo”, “Piccolo molle”, “Joshua”) ed elettronica schizofrenica (“Robot Dance”), senza mai superare il consueto minutaggio irrisorio per ogni singolo brano. Nel CD veniamo infine sorpresi da una bonus track degna dei migliori Skiantos anni 70. Quindi folk, pop, hardcore, punk e funky, e rispettive prese in giro di folk, pop, hardcore, punk e funky, in assenza di punti di riferimento a parte un arco ritorto verso gli stessi X-Mary e la loro storia. Peggio del secondo album (anti)capolavoro “A tavola con il principe” del 2006, meno strabiliante di “Al circo” del 2008, “Tutto Bano” è un album... difficile. E nella sua difficoltà sta lo splendore spicciolo di un gruppo di scriteriati.» (Marco Manicardi)
Il Tirreno «Già vi abbiamo parlato degli X-Mary, della follia che ne contraddistingue la musica, l'ironia intelligente dei testi, la capacità di coinvolgimento dei loro trascinanti concerti. Qualcuno magari ha seguito il consiglio (non solo il nostro, ovviamente) e s'è accostato ai dischi della band, forse ne è uscito con le ossa rotte, sudato ma felice. Ebbene, chi ancora non ne avesse avuto l'opportunità, si dia una mossa. La sensazione è che “Tutto Bano” (che esce in vinile col cd allegato) sia la definitiva consacrazione, un disco dove la capacità di scrivere grandi canzoni, come buona parte di quelle già contenute nei precedenti cd, trova finalmente una collocazione precisa: stavolta non c'è neppure mezzo passo falso, tutto è funzionale, dall'intro in chiave dance e la successiva canzone dedicata a Gatto Panceri fino alla marcetta country di “Stai scherzando con la droga” e le dissolvenze insensate di “La playa”. Tutto è a fuoco: in meno di mezz'ora, dal pop al metal, qui viene rimasticato il bello e il brutto che siamo soliti ascoltare, mentre i testi raccontano di una generazione che più sfigata non si può. Quando vinceranno il Festival di San Remo su Marte, non dite che non eravate stati avvertiti.» (Guido Siliotto)
Italian Embassy «Il bello degli X-Mary è che ad ogni loro disco permangono invariati non pochi parametri, dall’artwork amanuense all’indecifrabilità del genere afferente a quasi totale anarchia creativa, alla collocazione trasversale nei vari ambienti dell’indie italiano (pop, diy, sperimentale), senza che mai venga a cadere la sorpresa e l’ilarità consapevole ogni volta che ci si imbatte in un brano nuovo, ma potenzialmente già sentito almeno in nuce, sempre e solo dagli stessi X-Mary.
“Tutto Bano” (da San Colombano, località nei pressi di Lodi che è sede della band) è il titolo dell’album rilasciato dall’ormai sempre più usuale sequela di etichette in syndication -Wallace, Tafuzzy, Smartz, Trovarobato, Escape from Today, Mastro Titta, Lemming, Rebel Kid, Noiseville, NoFi, Untouchable Woman, Dischi di Plastica- trovatesi concordi nel valutare “cosa da farsi” la promozione di una realtà sui generis. Il formato vinile, in gran spolvero, è accompagnato in regalo da un cd che contiene i medesimi pezzi, differenti solo nella ghost track, e costa solo 10 euro, un vero affare… magari da acquisire in uno degli infuocati concerti della band, senza dubbio tra le più efficaci sul palco. I lombardi muovono per contrasti e assurgono a icone elementi più o meno comuni: al Fabio Blesio delle Tre bellezze della vita e allo “Zucca” coi “piedi di dio” succedono il cane Magù, “il cane più bello di Bologna, l’amico che ho sempre a Bologna” come fosse l’Ospedale Maggiore (”maggiore ospedale qui a Lodi”), e il cantante Gatto Panceri, idolo (?) di una quota d’Italia a noi sconosciuta e datata 93-94, dal fanatismo spropositato di paese, una pop song che già dal modo in cui è cantata da Cristiano si capisce che va felicemente in vacca (ma magari ricostituisce di slancio la carriera dell’anonimo Gatto)… Il lato A si apre con l’anticipo di Explosion, disco-disturbo da suburra deca-dance con rintocchi di piano lasciati cadere alla fine, la Romolo Augustolo di un’epoca che corre verso il baratro e comincia a scavare; Gin tonic mette assieme il tropical funk caro al complesso con Cochi e Renato che hanno sbagliato numero di telefono, mentre Antiantagonismo inizia primo Ligabue, transita pop punk italiano anni Novanta e conclude isterica, iperveloce, XMary non sa che domani morirà. Chiudono il lato La playa, che salta e rientra di modo da far pensare a un errore d’incisione, e Stasera (la luna), figlia di Mohamed Sahara nella centrifuga torrida di Zappa e Santana. Chi gira il disco sotto la puntina troverà ad attendere la burla di Robot dance e poi l’ottima Black power, che irride tutte le americafilie con senso dell’elegante disimpegno. Piccolo, molle è una camillata rock/hc buona per aizzare le folle durante i live, e svapora pirotecnica in Tu non canti più con noi, pochi secondi di beat parrocchiale in sala prove a cozzare lo Jannacci di Vengo anch’io e la schitarrata del telegattone. Iterati e addittivi sono i due tempi di Stai scherzando con la droga, prima che Joshua si sposti su terreni psycho con voce screamo, con il primo Alberto Fortis che andrebbe in sollucchero per il mood di Scappo negli anni Cinquanta: gran finale con la versione estesa di Explosion, un successo da acid floor con synth robotico retrofuturista, che perde le staffe della giostra e incede !!!, e un nuovo inno dalle parti di Lust for life, corsa pop punk contro il tempo e “Famiglia vaffancu-ulo! ea ea ea”… Si potrebbe dire “niente di nuovo sotto il sole” ma la realtà è che ad ogni passaggio gli X-Mary consolidano semplicemente le proprie volontà di essere liberi nell’arte, onnicomprensivi di stile e rispondenti a se stessi, ai propri collaboratori e a un pubblico di amanti sempre più numeroso. Quando l’onestà non fa che aggiungersi alle altre doti, prima fra tutte quella di portare all’estremo/allo stremo il pazzo buonumore (vedi anche i fratelli Camillas, con più di un contatto all’esperienza sancolombana) pure in un uditorio che -mi ci metto ben dentro- spesso si crogiola in tristezze vere o presunte al suono di cantautori, postrockers o indietronici emotivi. In questo, più unici che rari.» (Enrico Veronese)
Kathodik «Non conoscevo gli X-Mary se non per una fama ormai consolidata nell’underground italico grazie soprattutto all’ultima release “X-Mary Al Circo”, che aveva svelato il mondo giocoso in salsa punk-hardcore di questi quattro ragazzotti lombardi. Prima della musica sono stato colpito da alcune particolarità collaterali: per prima cosa la coproduzione di svariate case discografiche indipendenti, che mostra una delle possibili vie per lavorare bene anche in periodo di crisi economica; poi la copertina, dove campeggia il ritratto stilizzato di San Colombano, che evoca la cittadina in cui i quattro hanno partorito questo lavoro; e infine la struttura del disco, pensato in vinile e che ne mantiene la struttura in lato A e lato B (in pratica ci sono due lunghe tracce senza nome, ognuna delle quali contiene 7 brani; il disco viene venduto su doppio supporto vinile/cd).
Passando ai caratteri più squisitamente musicali del disco, il quartetto propone un pop – punk schizoide e irriverente che non disdegna scorribande elettroniche e funky. Ma più che di generi dovremo parlare di “presa in giro” di questi, vista la carica sarcastica preponderante in tutte le tracce dell’album.
Il lato A del disco parte col breve singulto elettronico Explosion, che nel finale deborda su un piano a bassa fedeltà che ricorda la follia di Daniel Johnston. Voglio Gatto Panceri ha la carica ironica pop irresistibile degli Ex – Otago ma più ruvida e irriverente. Gin Tonic vira verso un rock ammiccante dalle tinte funky, ma tutto dura pochi secondi e si cambia di nuovo mood, virando verso il folk di matrice medievale di Magù, inno a un fantomatico cane bolognese… Con Antiagonismo i quattro si spingono nei territori del punk italiano a – là Moravagine. Neanche il tempo di abituarci e nuovo cambio repentino: La Playa torna a un funky – rock scanzonato, con volumi che si alzano e abbassano senza soluzione di continuità (inizialmente avevo pensato a problemi del mio stereo…). Stasera (La Luna) per la prima volta da un briciolo di continuità rispetto alla traccia precedente, rimanendo ancora al funky più come pretesto che come scelta stilistica precisa: latrati cagneschi e deliri chitarristico – percussivi tormentano l’ascolto senza farlo sanguinare, diventando flusso incessante e travolgente. Asamadonediu è un divertissement dal sapore latino che chiude questo lato del disco, che in 11 minuti ha già infiammato le casse del mio stereo.
Ma si passa al lato B, aperto da Robot Dance, balletto rock – elettronico a dir poco schizofrenico. Black Power si diverte a sfottere il mondo della musica soul e r&b prima di tornare al power pop di Piccolo, Molle, fulmineo nonsense furibondo. Tu Non Canti Più Con Noi è un accenno in punta di lingua che fa da ponte verso Stai Scherzando Con La Droga, in cui il debito verso gli Skiantos si fa evidente. Joshua invece è hardcore allo stato puro, gracidante e ossessivo, ma quando la rabbia sta iniziando a debordare, una chitarrina acustica se ne esce fuori a introdurre Scappo Negli Anni Cinquanta, canzoncina pop – folk che inneggia agli anni del Dopoguerra. Il disco si è ormai esaurito, e la conclusione è di nuovo affidata alla coda elettronica Explosion.
24 minuti al fulmicotone, che passano come un lampo nel cielo, impossibile da carpire ma che scuote nel profondo. Ma agli X-Mary non interessa più di tanto la forma: è il contenuto, l’irriverenza, la critica qualunquista, il divertimento sopra ogni cosa ad interessare. Lode a questi folletti che ci fanno sorridere e ballare.» (Marco Pagliariccio)
La Scena «Così imprevedibili, come sempre, tanto da portarci a deragliare, gli X-Mary giungono così al loro quinto lavoro. “Tutto Bano” è stato mixato da Fabio Magistrali e prodotto da una moltitudine di etichette indipendenti italiane: già questo vi basti come certificazione di bontà. In venticinque minuti il quartetto si diletta a sparigliare le carte dell’indie-pop contaminato, passando dal pop freak de La playa alla disco house di Robot dance, dalla martellante Gatto Panceri alla funky-disco di Gin tonic. Gli X-Mary poi virano repentinamente verso il pop-punk di Anti-agonismo e il doom metal di Black power. Insomma ce n’è per tutti i gusti, “Tutto Bano” è un micidiale condensato sonoro, un bignami dell’indiepop internazionale, anche se rigorosamente, e fieramente, cantato tutto in italiano.» (Vittorio Lannutti)
Music on Tnt «Gli X.Mary sono una curiosa band, attiva sin dal 1995, anno in cui Cristio, Jeanluc F , e Lapo decidono di dare concretezza al loro progetto musicale, arrivato oggi a “Tutto bano”, quarto album ufficiale della loro carriera. Questa volta la cura del disco è stata assistita dal un numeroso gruppo di label tra cui Smartz records, Tufazzy record e Wallace records.
Il disco è bislaccamente costruito attorno a 2 lunghe e deliranti tracce, decomposte al loro interno in piccoli sonetti d’autore, tracciati seguendo quella dementia folle dello Skiantoso “Inascoltable”, producendo la stessa genuinità e surreale pazzia che Freak Antoni ebbe il coraggio di proporre, noncurante di nulla e nessuno.
La prima traccia ha inizio con un intro vintage, che riporta alla mente le soundtrack Bcult dei telefilm polizieschi anni 70, capace di aprire la finestra sulla seconda fase compositiva, realizzata con ironia clownesca ed incastonata tra una surreale pronuncia anglofoba e un soul eighteen.
Non c’è comunque spazio per troppe elucubrazioni; nella terza parte entrano in gioco ritmiche martellanti e protopunk, che fortificano scariche vocali e riff noise, mescolando genialmente ritmi da “Balera” ed industrial. Un ringhioso cane apre la settima porta all’idrofobia nu-metal, libame gustoso e folle quanto il clamoroso cambio di ritmo di “Io scappo e vado via”, acustica presa (concedetemi il termine) per il culo del nu-acoustic movement.
La chiusura del primo lato è data da un tecnocratico acid sound Prodigyoso, che gradualmente accelera i beat sino ad un esplosione imprò.
La seconda traccia ha inizio proprio laddove si è conclusa la lunga overtour. L’anima remix da il via alla struttura della nuova distimia, passando da un libertario modus d’espressione artistica, sino al suo antitetico illogico, attraverso un rock dalle bislacche liriche e ad un love funky di passaggio, sino a giungere al punk della Bologna 1977.
“Tutto Bano” è un disco che, per la sua costruzione positivamente claudicante, riesce a raccontare in libertà, qualcosa di più che non la più classica concettualità di significato e significante.» (Loris Gualdi)
Nerds Attack «Disco difficile. Sugli X-Mary la dottrina si divide: chi li addita come banda di caciaroni e giullari, chi ci trova genio e maturità ammirabili. Il sottoscritto, francamente, mette le mani avanti. Testi letteralmente gettati lì, pennellate di umorismo grottesco e citazioni musicali di indubitabile efficacia, tutto questo lascia un po’ inebetiti. Canzoni (perlopiù sotto i due minuti) registrate in una hi-fi sconcertante. Non c’è alcuna ratio, fra dementi intuizioni che solo gli Skiantos (‘Anti-agonismo’, ‘Stai Scherzando Con La Droga’) e cambi di scena alla stregua dei Minutemen di ‘Double Nickels On The Dime’ – quanto a varietà di direzioni e strumenti tanto estroversi. Non so se sia solo una gigantesca presa per il culo: e per favore non chiamatemi miope. Ma qui c’è da diventare matti. Di certo “sopra le righe” è un eufemismo.» (Filippo Bizzaglia)
Onda alternativa «Intorno al confine pericoloso che divide tentazioni elettroniche psichedeliche e “cosmiche” da approcci soft - rock più goderecci, giocano le due, lunghe (12 e 10 minuti circa) tracce di questo quarto album degli X-Mary.
In realtà si tratta di frammenti sonori che solo formalmente vanno a comporre due pezzi unitari: schegge variegate che alternano progressioni noise a momenti più melodici, ma tutti contraddistinti da una propensione ironica, riscontrabile nei testi e nell’alternanza quasi febbrile dei generi, che alleggerisce di molto l’ascolto.
Difficile scegliere il punto di partenza; ci si perde tra i pezzi più apertamente dediti al “cazzeggio” musicale e quelli dall’aria più sostenuta. E si viene travolti presto dalla frenesia del mosaico, da singhiozzi elettro/noise che precedono motivetti funkeggianti, che a loro volta introducono schitarrate simil – hard, che a loro volta ci portano nel cuore di melodie molto italiche…
Pretenzioso? Forse. Certamente, un’operazione coraggiosa (peraltro non nuova, essendo il marchio di fabbrica del gruppo). Un ambizioso tentativo di decostruire l’approccio classico alla forma - canzone per creare un “bignamino” rock che, alternando con grande intelligenza e capacità tecnica stili e attitudini così diversi, ci regala un piccolo viaggio all’interno di un intero genere. Con un fare ironico che è il vero cuore pulsante del lavoro.
Se l’operazione non è nuova nella storia del rock, è certo più innovativa se riferita al contesto italiano. E’ un lavoro che sfida gli amanti del genere, con sfrontatezza e abilità. Una semiseria dichiarazione d’amore, fatta con la padronanza e la passione di chi conosce il proprio mestiere e sa regalare, tra uno sberleffo e l’altro, piccole gemme di sapienza musicale che sta all’ascoltatore trovare.» (Mario C.)
RockOn «San Colombano è nell’alto dei cieli. San Colombano e le sue motociclette. San Colombano, l’Abate d’Europa. San Colombano e la sua luminosissima areola. San Colombano e i suoi viaggi europei. San Colombano e l’Irlanda. San Colombano e il suo bastone monastico. San Culombàn Abè. San Colombano e il suo sangue rosso DOC. San Colombano, San Colombano al Lambro, gli X-Mary e il quarto album. Andrà “Tutto Bano”. O forse no. Santi subito. La musica è solo italiana. Gli anni ’90. Gatto Panceri ha il naso a patata e la fronte alta. Gli X-Mary ci salveranno dall’infamia e dall’invidia. Ci libereranno dalla guerra e dalla nucleare. Ci sorrideranno e ci illumineranno come il sole caraibico. Ci assilleranno e ci inseguiranno con quei ritornelli del cazzo, con quelle canzonette così stupide.
Gli X-Mary al quarto capitolo, “Tutto Bano”. Due lati, A e B, quindici brani e una bonus track. Venticinque minuti. Un formato, LP+CD. Dietro, la solita carrellata di etichette indipendenti (Wallace Records, Tafuzzy Records, Dischi di Plastica e tante altre). Produce, come sempre, Fabio Magistrali. “Tutto Bano”, la quarta meraviglia degli X-Mary. La quarta bellezza della vita. “Tutto Bano”, l’evoluzione che prende a calci in culo l’elettronica (“Explosion”). “Tutto Bano” è la potenza dell’amplificatore che sfida una chitarra acustica, è powerpop, folk, hardcore, punk. E’ il fritto misto tutto italiano. Quello più saporito. Quello più leggero. I paragoni non esistono più. Esistono solo gli X-Mary. “Tutto Bano” è la capacità di passare dai morbidi straccetti folk (“Magù”) alle bordate potentissime (“Joshua”, “Piccolo Molle”). E’ l’abilità di passeggiare a piedi nudi fra le canzoni (“Voglio Gatto Panceri”, “Scappo negli anni Cinquanta”) e le cantilene da doccia bollente (“Stai scherzando con la droga”, “Tu non canti più con noi” e “La Playa”, con quella chitarrina che fa tanto “Innocenti Evasioni”).
Gli X-Mary e l’ulteriore passo in avanti. La conferma. La maturità è largamente raggiunta. “Tutto Bano”, il pop è nella testa. Gli X-Mary e la santità. Gli X-Mary tra i beati dell’Empireo dantesco. Come sopra, santi subito.» (Francesco Diodati)
Sands zine «Il nuovo disco degli X-Mary viene pubblicato in vinile con cd incorporato, un’operazione che ricorda la terza uscita degli Shellac, svariati anni fa. La differenza è che qui il cd ha anche la custodia anche se con una grafica leggermente diversa dall’elleppì. Le differenze finiscono qua? Neanche per sogno. Conoscendo (musicalmente parlando, ovvio) gli X-Mary mi è subito saltata la proverbiale mosca al naso e mi sono quindi dato all’ascolto di entrambi i supporti. Ebbene, in barba alle note del cd e del vinile che sono perfettamente identiche, entrambi i supporti contengono una canzone in più, ovviamente non la stessa (inoltre, nel vinile è collocata alla fine del primo lato, mentre nel cd, in coda a tutto) e che, visti i trascorsi della band, potrei intitolare, con poco sforzo di fantasia da parte mia, rispettivamente ‘hassan, madonna e dio’ e ‘famiglia vaffanculo’.
Per il resto, tutto perfettamente in regola: “Tutto bano” sforna canzoni in forma di pillola con l’effetto immediato di stamparsi in testa al secondo ascolto. Qui la sintesi è ancora più estrema, pochi accordi, pochissime frasi di testo, spesso ridotte solo al ritornello e a volta manco a quello, ma con una carica rock invidiabile; c’è il punk (anti-antagonismo; famiglia vaffanculo), il pop (magù; stai scherzando con la droga) e il pop-punk (voglio gatto panceri), la ballata folk (scappo negli anni 50), gli immancabili latinismi (la playa), gli ibridi rock con inflessioni jazz e wave (stasera la luna), la proto-dance (explosion; robot dance) e le influenze black (black power). Il tutto in meno di venticinque minuti.
Ripetere l’exploit di “A tavola con il principe”, che per qualità e dimensioni resta irraggiungibile, non è impresa facile, e se c’è una pecca in questo disco sta forse proprio nel confronto con quel disco che rappresentava indubbiamente una pazzesca novità.» (Alfredo Rastelli)
Sentire ascoltare «Esperienza psycho-geografica, quella del quarto disco dei folletti freak-rock X-Mary. Stavolta Mattia, Scisci, Jeanluc D e Jeanluc F – sostituti di Cristiano Cristiana, Lo Sposo, Bocca Mai Stanca e Il Piccolo Lord – assumono le sembianze di surreali indagatori del circondario di San Colombano al Lambro, ridente località riprodotta in una stampa d’annata nel retrovinile, nonché sede della cascina Bovera quartier generale di questi 4 brutti ceffi.
Il crossover spastico si ripropone come al solito in tutta la sua degenerazione: dall’inno a Gatto Pancieri, sex-symbol del mondo carnascialescamente rovesciato di X-Mary (Voglio Gatto Pancieri) alla sensualità smostrata alla Fata Faiella di Gin Tonic; dalle sfuriate da hc-antiagonistico al funk in melodia post-Alan Sorrenti di Stasera (La Luna); dalle avvisaglie caciaron-avanguardistiche da pubblicità regresso (Stai Scherzando Con La Droga) al tributo ubriaco e fake-piacione alla musica soul e all’immaginario ficaccione tutto (Black Power); dalle acustiche fughe indietro verso un idealizzato passato in b/n (Scappo Negli Anni Cinquanta) alla feroce lucidità post-precariato della bonus track in cui l’istituzione principe della società neo-conservatrice – la famiglia – viene tranquillamente mandata affanculo.
Insomma, di X-Mary – si sarà capito – è il messaggio che conta. Quel prendere e prendersi poco sul serio un mondo che invece di seriosità e boriosità ha fatto una ragione d’essere. Come al solito, un disco di denuncia verso un panorama sempre più da denuncia.» (Stefano Pifferi)