Titor - Titor - CD
E' il nuovo mostro creato da Sabino (Belli Cosi, I Treni all'Alba), Azza (Distruzione), Sandro (Distruzione, Dead Elephant) e Francesco (Sickhead). Un sound tra Fugazi, Refused, At the drive in, Husker Du, Ac/Dc, Black Sabbath ed MC5, ma che puzza di Torino da lontano un miglio. Bellicosi e Distruzione, per l'appunto. Prendere o morire.
It's the new monster created by Sabino (Belli Cosi, I Treni all'Alba), Azza (Distruzione), Sandro (Distruzione, Dead Elephant) e Francesco (Sickhead). A mix of Fugazi, Refused, At the drive in, Husker Du, Ac/Dc, Black Sabbath and MC5, smelling of Turin amile off. Bellicosi and Distruzione, exactly. Buy or die.
Tracklist:01. Dal 2036
02. Titor is dead
03. Duel
04. Quello che non sai
Released by Smartz, Escape from Today.
SM046 - CD 2009 -
5 €
Audiodrome
«I Titor nascono dall’incontro tra membri di BelliCosi, Distruzione, I Treni All’Alba, Sickhead, Lounge Camera e Le Consuetudini, con l’intento di creare un concept che - prendendo spunto dalla figura del viaggiatore nel tempo John Titor (cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/John_Titor) - punti i riflettori sulla società moderna e sulle sue dinamiche.
Nei quattro brani presenti su questo ep trovano spazio le radici hardcore dei musicisti, l’amore per il rock’n’roll, la contaminazione tra suoni e una marcata matrice rock nella sua accezione meno dozzinale, il tutto al servizio di un risultato personale e dalle dinamiche instabili, ovvero capaci di mutare volto e approccio nel giro di poche battute. Uno dei tratti fondanti del suono targato Titor è l’utilizzo dell’italiano come lingua privilegiata per comunicare con l’ascoltatore in maniera diretta ma al contempo non banale, così da tentare un approccio profondo che non spaventi e non rischi di divenire auto-referenziale. Il risultato di tanti sforzi colpisce grazie alla non comune qualità di apparire orecchiabili senza ricorrere a facili trucchi da imbonitore: un effetto ottenuto anche grazie all’utilizzo di vocals pulite e scandite, capaci di ficcarsi in testa sin dal primo ascolto, eppure spesso appoggiate su un tappeto sonoro ben più complesso di quanto appaia ad un approccio distratto. Promo 2009 è un lavoro su cui vale la pena spendere un po’ di tempo per permettere l’assimilazione delle sue molteplici sfaccettature e che non deve trarre in inganno per la sua apparente “semplicità”. Quattro brani sono pochi per comprendere appieno le potenzialità del progetto, da cui a questo punto ci si aspetta una prova sulla lunga distanza.» (Michele Giorgi)
Blow Up «Questo progetto nasce dall'incontro di quattro musicisti dell'arrea alt-rock torinese, una sorta di concept che si riconosce dietro l'enigmatica figura diel crononauta John Titor. Il loro disegno apocalittico rivela una critica sociale al presente. Musicalmente però più che al cyberpunk si perviene a un suono essenziale e schiettamente rock, sebbene si trtti di un ibrido hard/punk/post-core (si citano Refused, Fugazi, Anthrax, AC/DC tra le influenze), cantato in italiano. Quattro i brani, tanto per cominciare, con Dal 2036 che sferra l'attacco più intensivo ("Ogni cosa possibile può succedere o succederà") e con Titor Is Dead che non disdegna un approccio quasi demenziale "("non so bene cosa fare, compro una bicicletta e vado a fare il militare"). (6/7)» (Fabio Polvani)
GrigioTorino «Immaginate band come Belli Cosi, Treni All’ Alba, Distruzione, Consuetudini, Sickhead, Loung Camera, Liquid Party; immaginate 4 musicisti impegnati in diverse e innumerevoli esperienze live, immaginate una gran voglia di sperimentare continuamente e di far della musica la propria missione, immaginate un rock potente e grezzo, immaginate il vecchio caro hardcore della nostra Torino… immaginate tutto questo, e dal 2036 vedrete materializzarsi davanti a voi i Titor.
Il progetto nasce nel 2007, ma non chiamateli emergenti perché i curriculum dei componenti hanno una lunga lista di precedenti esperienze, di collaborazioni, di live, assaggiando ogni gusto che la musica propone.
Il progetto prende spunto dalla storia di John Titor, bizzarro “crononauta” il quale dichiarava di essere giunto dal futuro. Se davvero “ ogni cosa è possibile, può succedere o succederà”, allora è probabile che anche i Titor giungano dal futuro, ma se così è, allora si sono portati dietro anche tanto del passato, oltre a un sound pieno di grinta senza tanti fronzoli e merletti.
Una scarica di potenza e adrenalina, di provocazione e autoproduzione, che colpisce senza preavviso, la capacità di rendere vivo e accessibile a tutti un genere che forse a volte si dimentica.
Dimenticate la forma, la buona educazione, i testi politically correct, e lasciatevi andare all’ascolto dell’ EP dei Titor con i suoi 4 pezzi: “ Dal 2036”, “Titor is dead”, “Duel”, “Quello che non sai”.
Sabino, Sandro, Francesco e Giuseppe…. Direttamente per voi…dal 2036!» ()
Kathodik «Al di là degli inevitabili proclami presenti nelle press note (aggettivi come “grande”, “ambizioso”, “nuovo” come al solito si sprecano), il sound proposto da Sabino Pace (voce), Francesco Vittori (basso), Giuseppe Azzariti (batteria) e Sandro Serra (chitarra), ovvero i Titor, è un’energica, piacevole ma poco originale miscela di rock’n’roll e hardcore.
Le quattro tracce che compongono questo promo CD, nonostante l’esperienza quindicennale dei quattro musicisti nell’ambito della scena indipendente italiana ed europea (in formazioni quali, ad esempio, BelliCosi, Distribuzione, I Treni All’Alba, Sickhead, Lounge Camera, Le Consuetudini), mostrano sì un furore genuino, sincero, ma anche scarsa varietà di idee per quanto concerne composizione, arrangiamento, canto ed esecuzione.
I richiami contenuti nel comunicato stampa a band quali Fugazi, At The Drive In, Husker Du, Misfits, Anthrax, Iron Maiden, Ac/Dc, Black Sabbath ed MC5, che i nostri dicono di avere «nelle orecchie», o al cinema horror, fantascientifico e distopico degli ultimi trent’anni (“Mad Max”, “I Guerrieri Della Notte”, “Non Aprite Quella Porta”, “1997: Fuga Da New York”) e a quello “d’autore” (Murnau, Lang, Herzog, Kubrick, Aronofsky ed altri) appaiono, se non ridicoli, quantomeno fuorvianti o meramente strumentali. Ripetiamo: Dal 2036, Titor Is Dead (a proposito: la band prende il nome dal fenomeno internettiano John Titor, un tizio che, tra il 2000 ed il 2001, annunciò sul forum del sito web del Time Travel Institute di aver viaggiato nel tempo...), Duel e Quello Che Non Sai, sono brani piacevoli all’ascolto, suonati con la giusta foga e sinceramente arrabbiati, ma privi di quello spessore concettuale necessario per realizzare l’ambizione della band di fornire con essi una riflessione sull’Uomo e la Modernità.» (Marco Loprete)
Komakino «Sabino Pace (Belli Cosi, I Treni all'Alba), Azza (Distruzione), Sandro Serra (Distruzione, Dead Elephant) e Francesco Vittori (Sickhead), - questi nomi magari non Vi dicono un tubo, ma se siete afecionados della scena HC underground di Torino e dinorni, - specie la nichia anni 90 e inizio 2000, - non Vi suoneranno nuovi o novizi.
Insieme hanno formato i Titor un paio o più di anni fa; - personalmente direi che hanno un sound che richiama un pò quello che erano i Belli Cosi, per quanto manchi qui la natura hard-core degli stessi, - però c'è Sabino, - il Suo cantato nichilista e incazzato fa anche qui ribollire il sangue del gruppo ('mi fa male la testa | mi fa male la testa | mi fa male la testa | mi fa male la testa', - urla canta), come a cavalcare la veloce onda sonora delle chitarre hard-rock in acido, e la batteria picchiaduro.
Testi in italiano, malessere del vivere, - una personale lettura amara della leggenda internet del crononauta John Titor direttamente dal 2036, - queste quattro tracce sono quattro schegge, - violento alternative rock and roll, per certo godibile, specialmente in un contesto live, come immagino, - tanto sono guidate da una genuina adrenalina.
Non il disco che magari stavate aspettando, ma cmq un autentico pugno in faccia.
Edizione limitata di 450 copie, numerate e serigrafate a mano.» (Paolo Miceli)
Komakino (eng) «Sabino Pace (Belli Cosi, I Treni all'Alba), Azza (Distruzione), Sandro Serra (Distruzione, Dead Elephant) and Francesco Vittori (Sickhead), - the name of these guys probably tells You nothing, but if You're into the underground Turin-based HC niche, Italy, - 90's and early 2000, - They won't sound that new or novice.
Together They formed Titor a couple or more of years ago, - personally I'd say their sound is a mix of what Belli Cosi used to play, although there's not that hard-core feeling here, - but Sabino's nihilist and angry vocals still make the Band's blood boiling ('mi fa male la testa | mi fa male la testa | mi fa male la testa | mi fa male la testa', - Sabino yells), like riding the fast sound wave of the rancid hard-rock guitars and kicking drumming.
Lyrics in italian, squeamishness about life, - a personal bitter reading of the internet legend of the time traveler John Titor from 2036, - these four tracks are four splinters, violent alternative rock and roll, for sure enjoyable, especially in a live performance, such they're driven by a genuine adrenaline.
Not the record You were waiting for, yet an authentic punch in the face.
Limited edition of 450 copies, hand numbered and hand-screenprinted» (Paolo Miceli)
Nerds Attack «Quattro pezzi per questo primo promo dei Titor, gruppo formatosi nel 2007 da quattro veterani della scena torinese. Si presentano con una confezione accattivante e con un nome preso dal fenomeno mediatico John Titor, bizzarro internauta proveniente dal futuro con una pagina Wikipedia di tutto rispetto. Musicalmente però è il passato a farla da padrone, un deragliante mix tra r’n’r e hardcore cantato in italiano. Per semplificare, mi sembrano il parto di un incontro tra Danko Jones e i The Bronx. Non sono decisamente tra i sostenitori del cantato italiano, ma devo ammettere che questi 15 minuti scorrono molto bene. Dal vivo hanno sicuramente un gran bel tiro, nel frattempo ascoltatevi ‘Titor Is Dead’ sul loro myspace.» (Chris Bamert)
Rockit «Titor è l'EP d'esordio dell'omonimo progetto di alcuni musicisti piemontesi di lungo corso, già coinvolti in gruppi come Sickhead, I treni all'alba o BelliCosi. Il nome è stato ispirato dalla bufala di John Titor, sedicente viaggiatore del tempo, che nei primi 2000 creò con i suoi post su internet una serie di discussioni il cui ricordo ancora aleggia nella rete. Durante la sua breve occupazione del nostro spazio e tempo, Titor si è dilettato a fornire predizioni sul futuro che discendevano da una visione piuttosto critica della società moderna, pur lasciando aperta la porta alla possibile redenzione dell'umanità tramite suo tempestivo ravvedimento. Forse riconoscendosi nello spirito critico del personaggio e nella fiducia riposta nel potere dell'agire e del reagire umano, il quartetto di musicisti ha voluto rendere omaggio servendo quindici minuti di classico punk rock. Le canzoni non sono male, il sound è carico e melodico, molto tradizionale ma compatto, ed i testi leggermente criptici non riescono comunque a scalfire l'immediatezza del tutto. Certo quindici minuti sono pochi per giudicare una proposta che non mira a scompigliare le carte in tavola nel genere. Sulla corta distanza comunque il gruppo sembra solido ed in forma. Resta da vedere se la qualità media riuscirà ad essere mantenuta in futuro, magari aggiungendoci una o due tracce di quelle indimenticabili. Non si sa se salveranno il mondo, ma almeno, come Titor, loro ci tentano.» (Andrea La Placa)
Rumore «Sempre e comunque s'agitano nel sottobosco i germi sinceri di musiche critiche e destabilizzanti. Sempre, anche in Italia, germinano sorprese continue di suoni presi nell'atto di rifarsi il grugno dopo l'ennesimo scontro frontale. Questo è il caso di Titor da Torino, gruppo ancora acerbo in quanto a sonorità ma ben navigato sul fronte delle esperienze passate e dello sguardo verso il proprio suono. Ché, suoni come un complimento, le strade percorribili sono tante e tutte foriere di buoni auspici: la forma mutoide di heavy rock stradaiolo (Warrior Soul?), lanciato a velocità folle tra post-HC (Fugazi e Refused nel cuore e nel genoma), hard metal e proto-punk è sinonimo di dinamiche musicali ricercate, cambi di temporitmoinclinazione intelligenti e squisitezze assortite. Ora s'aspetta la Grande Opera, trepidanti.» (Daniele Ferriero)
Sodapop «Nostalgici della "sei corde senza fronzoli", i Titor inalberano un progetto pseudo concettuale che partendo dall'hardcore californiano dei primi ottanta approda ad un hard rock roccioso, dotato di gran dinamica, debitore tanto di AC/DC quanto degli Afterhours di Germi. Ottima partenza, ma che suona un po' come side-project, veicolato dalla fuga dei membri dalle rispettive band (Treni All'Alba, Dead Elephant, Distruzione).
Un divertissement alla Chrome Division o Venomous Concept (solo concettualmente) per "spolverarsi" dalle solite cose e tornare alle "origini di tutto". Da un certo punto di vista mi ricordano gli Angeli di Tax Farano (a parte l'improbabile erre moscia) che almeno per i live-act si vestivano tutti uguali. Per il resto cosa aggiungere? Simpatici, fumosi, piemontesi, abrasivi: praticamente infrangibili. Ma senza dubbio l'anello più debole della possente catena Smartz che, detto tra noi, deve essere una banda di amiconi alla SST. Grafica apparentemente grezza, in realtà molto fashion.» (Marco Giorcelli)