Smartz Records
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Bava - L'ostile di vita - CD
Bava - L'ostile di vita
Un cupo manifesto anticlericale, insofferente, radicale, blasfemo, dissacrante ed ironico in 14 tracce + fantasma. Volutamente poco commerciale e poco commerciabile, sconsigliato ai palati fini.
A gloomy, impatient, radical, blasphemous, irriverent and ironic anticlerical proclama. Carmelo Bene lives here!
Tracklist:

01. Nebbia a luglio
02. Padelle
03. La sete
04. Mentre cado
05. Oltraggio alla bandiera
06. Il ballo dei ributtanti
07. Birra calda
08. Drug is 4 users
09. Sulla necessità del lusso
10. Radiografia di una battaglia
11. Porco io
12. Non pisciare sull’asse
13. Blasfemeide 1-3
14. Blasfemeide 4-7
Released by Smartz, Dizlexiqa, Klas, Salterò, Asscult. Bava is: Shlafo (guitar), Mu (vocals), Moro (bass), Masa (drums). Recorded and mixed by Luca Ciffo from may 2005 to march 2007 @ Rollerjoint studios, Torchiera Squat, Milano. Except #11 and 15, mixed by Paolo Passerini. Mastered by Maurizio Giannotti @ Bips studio. Cover by Antonella Greco. Graphics by Moro.
SM034 - CD 2007 - SOLD OUT

Reviews

Audiodrome
«È sufficiente premere il tasto play e lasciarsi travolgere dal micidiale groove di “Nebbia A Luglio” per comprendere che i Bava non sono gruppo da prendere sotto gamba: bordate di suono post-core a cavallo tra minimalismo e rumore bianco, hardcore nel senso di violento, iconoclasta, urticante e sopra le righe. Corredato da testi ove la parola gioca tra continui rimandi e assonanze, immagini e sillogismi, L’Ostile Di Vita è un lavoro trascinante e coinvolgente, ma in modo sottile e mai scontato, così che il continuo tenersi in equilibrio sulla follia, alla fine, non risulta mai troppo faticoso e spinge a procedere nell’ascolto per scoprire tutte le carte in mano ai Bava. Si avverte l’ombra della deriva evoluta di casa Dischord, Fugazi in primis, e delle produzioni targate Amphetamine Reptile, ma anche una certa vena cara ai geniali Primus, cui avvicina anche il taglio surrealista e sarcastico delle parole, qui – come si accennava prima - elemento primario e non semplice contorno alle prodezze dei musicisti. Ce n’è per tutti e tutto, nulla sfugge alla penna della formazione e si capisce chiaramente come l’urgenza espressiva non venga qui asservita ad un fine stabilito a tavolino, ma neanche rotoli alla rinfusa, bensì si organizzi e si plasmi secondo un disegno capace di coniugare astrattismo e arte figurativa. Assistere a questa rappresentazione, perché alla fine c’è una buona dose di teatro nell’arte dei Bava, appagherà soprattutto chi non si pone limiti e ama viaggiare fuori dagli schemi prefissati, sfuggendo alle regole di mercato, perché in fondo: “È sempre un piacere veder bruciare bandiere”. Il re è morto, lunga vita ai Bava!» (Michele Giorgi)
Frank Scighera blog
«Ho ascoltato e riascoltato il disco nuovo dei Bava “L’ostile di vita” (Dizlexiqa 2007). Per chi non li conoscesse i Bava discendono geneticamente dai mai dimenticati Lessthanzero (punk hardcore band tra le più originali degli anni '90). Al primo lavoro sulla lunga durata il quartetto milanese dimostra che il solco tracciato quasi vent’anni fa da certi Fugazi è ancora terreno fertile per chi ci sa ancora seminare con stile (ostile). Il disco mi sembra però molto più "rock" di quanto intimamente sia punk. Questa forse è una questione filologica. Da pipparo. Quindi? Sostanza. La sostanza allora sta nella voce e nelle parole che il Sig. Mu ha spalmato su una ritmica potente, collaudata e granitica e nelle chitarre affilate di Shlafo (che c’è anche il detto: “Shlafo brava gente”). Riff lamellari. Parole acuminate da un arrotino. Suoni cupi e potenti che sembrano provenire dal profondo delle viscere di questa derelitta Milano. Manifesto anticlericale. Sofferenza e conflitto nei confronti dell’assoluto (“Fai qualcosa, intercedi per noi e se proprio non puoi, fatti almeno i cazzi tuoi”). E poi ci sono i pezzi che a me piacciono di più. "Birra calda" e "Bandiere" che già abbiamo conosciuto e apprezzato nei live dello scorso anno. “Sulla necessità del lusso” che tutti dovrebbero ascoltare tutti i giorni. Così. Tanto per farci i conti. Per pensare al conto. Per pensare ad una società che è ormai, palesemente, allo sfascio. In cui tutto ha un prezzo, ma c’è chi ha abbastanza denaro per pagare tutto e pagarlo caro. Ti si appiccica poi addosso l'intimismo grondate amarezza di “Nebbia a luglio”, il pezzo che apre il disco e mette subito le cose in chiaro (valorizzato anche dalla voce di Roberto degli Affranti). Attenzione però!!! Anche se i Bava sono tra le poche band che hanno ancora un'ideologia (manifestamente anarchica), i testi sono pregni zeppi di ironia dissacrante. Tenetelo a mente. Disco consigliatissimo a tutti quelli che abbiano voglia di ascoltare una band che ha realmente qualcosa da dire. Sono bandite le frangette! Aderite gente! Aderite!!!» (FrankScighera)
Hooverine blog
«Quattordici tracce più una fantasma, testi acidi che testimoniano una radicale insofferenza e un'attitudine blasfema, dichiarazioni d'intenti esplicitate dalle parole di Carmelo Bene, un pensiero (di odio) per Oriana Fallaci e il disperato urlo finale: il palloncino che ho perduto / a quattro anni d'età / mi sopravviverà. Altre parole sono inutili. Questa non è una recensione: è un invito all'ascolto.» (Hooverine)
Kathodik
«Piuttosto interessante questo nuovo prodotto (termine volutamente usato in senso provocatorio) dei Bava, distribuito da Dizlexiqa Rec. I quattro milanesi suonano una sorta di hardcore punk a tempi ridotti, senza eccedere nell'aggressività e puntando piuttosto sulla potenza delle liriche palesemente anarchiche. Il sottofondo musicale è più una sorta d'incrocio tra primi Fugazi e MC5, quella sorta di indie punk che rischia di essere molto più interessante del solito. Pezzi come Sulla Necessità Del Lusso puntano più sul parlato e su ritmi spezzati, altri come Radiografia di una Battaglia e Bandiere invece sono più dirette allo stomaco e aggressive. La produzione non è affatto spiacevole, non sporca eccessivamente il suono ma lo rende abbastanza soffocato da suonare davvero indie; peccato che proprio per il tipo di punk suonato dai Bava, in certi momenti ci sia bisogno di un audio più cristallino rispetto a quanto offerto. "L'ostile di vita" offre in gran parte pezzi piuttosto riusciti e se la cava bene anche nei pezzi più lunghi, mentre qualcuno di quelli più corti a volte sembra stato oggetto di meno cura rispetto al resto (tipo Non Pisciare Sull'Asse). Mi sembra giusto sottolineare la valenza dei testi (personalmente son rimasto favorevolmente impresso dal trittico finale) molto meno banali e prevedibili rispettp a quanto sentiamo di solito, con un uso dell'italiano non ovvio e senza inutile impiego di 'cazzi' vari. Una proposta molto interessante di cui c'era proprio bisogno in un panorama ormai saturo; un album maturo e con tutti i crismi per farsi ascoltare e per far pensare.» (Damiano Gerli)
Lamette
«Bell’affare davvero questo disco dei Bava. Ci ho messo qualche secondo a entrare nella dimensione della band milanese, e di solito quando è così – voglio dire, quando non mi trovo di fronte a un ascolto a presa rapida – o sto ascoltando musica che a breve giro mi sembrerà superiore alla media, o sto ascoltando un gruppo eccessivamente pretenzioso. Direi che in questo caso c’è da propendere decisamente per la prima soluzione. A metà del primo pezzo mi viene in mente il Panico, e direi che in effetti c’è affinità non solo a livello di soluzioni musicali, ma anche nella scelta di metafore che riportano a una precisa posizione ideologica. Va precisato subito, però, che i nostri Bava stemperano il tutto con testi molto meno espliciti e con un uso abbastanza costante del registro ironico/sarcastico, del tutto assente nella maniera della grandissima band della Mole. 14 pezzi 14, tra cui una “Blasfemeide” divisa in due parti, per un disco dove non troverete batteria tirata e voce urlata, come da campionario, ma avrete invece, nell’ordine: pesanti grooves di basso, ritmi di batteria schizofrenici e mai veloci (al massimo sostenuti), riff di chitarra ricercati e pochissima ritmica. Il tutto circoscrivibile e circoscritto sempre e comunque nell’ambito punk, diversamente da molti crossover che sembrano andare per la maggiore ultimamente. L’ostile di vita, in definitiva, è un prodotto complesso e interessante, molto vicino all’inclassificabilità e sicuramente non adatto a tutti i palati: fermo restando che un minimo di originalità, o quantomeno uno stile riconoscibile, è esattamente quello che ci si auspica dalle nuove autoproduzioni e piccole produzioni italiche. O almeno io me lo auspico, e per questo vi dico: pollice in alto.» (Simone)
Nerds attack
«“Io non ho ucciso Umberto. Io ho ucciso il re. Ho ucciso il principio”. I Bava nascono dalle ceneri dei Lessthanzero e Sukren Pudre, gruppi militanti dell’HC milanese. Questo CD è stato registrato tra il 2005 e il 2007 e, visto che sono sia i gruppi che le etichette punk sono per natura squattrinati, per produrlo c’è stato bisogno di una cordata di ben cinque etichette. Ma ne è valsa la pena. Andava data voce ai Bava. Questo è punk core ma non fatevi venire in mente gruppi come Screeching Weasel o Ramones. I Bava sono figli incazzati dei CCCP, dei Fugazi o dei Flux Of Pink Indians. I ritmi sono più lenti, i suoni e i riff stratificati e, soprattutto, i testi hanno qualcosa da dire a livello di alienazione urbana e non. L’influenza dei CCCP si nota sopratutto nella voce, anche se Mu, il cantante, è meno lirico e più tribale, mentre i ritmi sincopati, fragili, ma allo stesso tempo martoriati, sono influenzati dai Breach e dagli Helmet più anfetaminici. Scordatevi produzioni pulite, qui è tutto sporco, basso batteria e voce vengono registrati senza troppa cura per abbellimenti e orpelli. Ci sono 14 brani perfetti. Incredibile come pur essendo così ostici riescano sempre a trovare la forumla giusta per ciascuna canzone. Segnalo le mie preferite: ‘Drug Is For Users’, ‘Il Ballo Dei Ributtanti’ e ‘Bandiere’. Disco superiore.» (Dante Natale)