Smartz Records
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Affranti / Fuco - La Paura Più Grande / Addicted - 12" LP
Affranti / Fuco - La Paura Più Grande / Addicted
Su un lato il ritorno dei savonesi Affranti, in pista da più di due decenni ed ora più carichi che mai! Post hardcore. Cupo, introspettivo, mai banale. In una parola: sincero.
Sull'altro lato i Fuco: basso, basso modificato e batteria, dal Canavese. Tre lunghe tracce tra il rock dei 70's e il noise dei '90's passando per i Godspeed You! Black Emperor.
A friendly split.
On a side Affranti, active since 20+ years and now better than ever, are back! Post hardcore. Gloomy, introspective, never predictable. In a word: authentic.
On the other side Fuco: bass, modified bass and drums from Turin, Italy. Three long, psychotic and ecstatic tracks for them, between 70's rock and 90's noize passing through Godspeed You! Black Emperor.
Tracklist:

A1. Insegnami
A2. La Terra Bruciata Dal Fuoco
A3. V
A4. Punto Di Fuga
A5. Sulla Scena Del Delitto
A6. Le Mie Parole
A7. Che Poi
B1. Tina
B2. Bodø
B3. GGU
Released by Smartz, Salterò, Messaggi/Equal Rights, Lanterna Pirata, Strigide Records, Burning Bungalow, Sonic Reducer, Klas Records, N(ex)t Emerson, Dreamin Gorilla, Insonnia Lunare, Dove Corri?, Shove Records, Minoranza Autoproduzioni, Scatti Vorticosi.
SM058 - 12" LP 2017 - 10 €

Reviews
(for Fuco/Affranti split LP, Fuco CD or Affranti CD)


Aristocrazia Webzine (Affranti)
«Nonostante gli Affranti siano un collettivo in attività già da una ventina d'anni, questa è la prima volta che li trattiamo qui su Aristocrazia Webzine. "La Paura Più Grande" è il loro ritorno, dopo circa sei anni dall'ultimo lavoro in studio, ed è stato pubblicato (collaborazione tra una caterva di etichette dell'underground italiano) quest'anno sia come CD (la versione in oggetto) che come split in vinile insieme ad "Addicted" dei Fuco. Colpevolmente, non avevo seguito le gesta del progetto ligure in precedenza, ma posso dire che "Insegnami" mi ha fatto sentire subito a casa. Una casa malandata e piena di paranoie, come abitata da Massimo Volume, Fluxus e Raein allo stesso tempo; un tempo che nonostante la breve durata (l'intero lavoro dura ventiquattro minuti) lascia all'ascoltatore un'impronta veramente forte. L'effetto è senz'altro supportato dall'ottimo contributo sulla parte grafica dell'illustratore genovese Cristiano Baricelli (sua anche la copertina del disco dei Fuco), con i suoi personaggi irrequieti e i colori estremamente carnali. L'ultima fatica degli Affranti è un'opera — come era lecito aspettarsi — molto corale, in cui le voci e gli stili si rincorrono, cercando spiegazioni a una rabbia (a tratti individuale o sociale) apparentemente insormontabile. La tradizione post-hardcore è tangibile anche nei momenti meno urlati e in generale vi troverete a riflettere o a fare terra bruciata intorno a voi insieme alle voci narranti. La conclusione con "Che Poi" reintepreta infine il brano quasi omonimo del cantautore semidimenticato Mauro Pelosi (tratto dall'album "La Stagione Per Morire" del 1972), con risultati francamente eccellenti. In sostanza, gli Affranti hanno colto nel segno, dando l'ennesima dimostrazione di quanto gli ambienti underground in Italia siano tutt'altro che morti. Per me sarà sicuramente un'ottima occasione per recuperare tutti i loro lavori precedenti.» (Lord Pist)
Aristocrazia Webzine (Fuco)
«Proprio la settimana scorsa citavo "Addicted" dei Fuco come parte del nuovo split rilasciato in vinile insieme agli Affranti. In questa sede mi dedicherò all'analisi della versione CD di quel lavoro. Il trio piemontese (supportato qui anche da Danilo Corgnati come ospite) ha una storia più breve dei colleghi liguri, almeno nella formazione attuale, essendo il disco in oggetto il loro secondo lavoro più o meno ufficiale sotto questo nome. Molto diretta la descrizione con cui il gruppo si presenta al pubblico: «Fuco suona un basso, un basso modificato, una batteria, e da poco anche delle elettroniche sbagliate». Leggere questa introduzione mi aveva inizialmente portato alla mente i Maledetta Dopamina, ma bastano già i primi secondi di "Tina" per capire che lo stile strumentale del trio piemontese si muove su coordinate completamente diverse e sicuramente meno casinare. Con "Addicted" siamo di fronte a un disco molto vicino a un post-rock atmosferico, molto claustrofobico e privo delle sezioni gioiose in crescendo (addirittura "Bodø" termina proprio dove in genere ci potrebbe essere l'esplosione strumentale tipica del genere). Il trittico di canzoni sembra volerci trascinare in un mondo psichedelico da affrontare con lo strambo sorriso dell'omino in copertina (anche qui opera di Cristiano Baricelli). La traccia conclusiva "GGU" è una lunga suite costruita su un giro di basso molto blues, in cui la chitarra si avventura in trascinanti linee melodiche dalla forte carica atmosferica. I Fuco ci hanno consegnato un lavoro abbastanza maturo e consapevole del proprio potenziale, presentato dalla consueta sfilza di etichette underground come contraltare al lavoro musicalmente molto diverso degli Affranti. Sarà interessante vederli all'opera su qualcosa di più lungo e variegato in futuro, intanto vi consiglio di ascoltarli, potreste riscoprirvi dipendenti dalle loro trame sonore. » (Lord Pist)
In Your Eyes
«Ci sono gruppi, cantanti, musiche, sensazione ed attimi che non seguono il normale flusso della musica istituzionale, ovvero della musica pacificata, produttiva e portatrice di sogni. Alcune traiettorie sono tracciate in totale autonomia e soprattutto in maniera estremamente personale. Questo è decisamente il caso degli Affranti e dei Fuco. Gli Affranti sono un gruppo del savonese e sono uno dei migliori eredi della tradizione del libero hardcore in liberi cuori. Presenti da anni sulla scena sono un’entità che sceglie quando comparire, e quando lo fa è esclusivamente per comunicare qualcosa di molto urgente ed importante, per far sentire che il dolore che sentiamo non è esclusiva nostra. In questo split sono al loro apice narrativo e musicale, hanno un forza d’urto spaventosa, hanno ulteriormente evoluto la loro musica, portandola ad un hardcore che è davvero di altissima qualità ed empatia. I testi sono poesie di disagio, inadeguatezza ad un cosa che è più grande di noi, a sensazione che ci invadono e che ci spingono a fare cose che per altri sono assurdità, invece come dicono gli Affranti la rabbia continua ad esplodere. Splendidi i rimandi vocali tra voce maschile e voce femminile. Come dicono in V Che persone siamo? Siamo solo quello che crediamo di essere? Siamo qualcosa. Questa è pura rabbia distillata e messa poeticamente in qualcosa che non è solo musica, perché la musica è una frequenza che scatena in noi qualcosa. Pochi gruppi sono sinceri e fanno male come gli Affranti. Ci si chiede, sbagliando, perché non siano molto più conosciuti, ma ciò in questo caso non conta, perché qui dobbiamo solo ascoltare. Gli Affranti sono uno dei migliori gruppi hardcore di sempre in Italia, e hanno attinto dalla tradizione hardcore nostrana per fare un qualcosa che lascia stupiti, sia per la qualità sonora che per la narrazione. Sarò sempre grato agli Affranti per essere ciò che sono, perché sono un gruppo che aiuta a capire cosa sia la vita. Loro compagni in questo split prodotto da molteplici diaboliche etichette sono i canavesani Fuco, che invece prendono a bastonate le coordinate spazio temporali per fare musica ampia e krautiana. Il trio fa una psichidelia altra, altera, bellissima e davvero affascinante. Ascoltandoli sembra di essere su di una mongolfiera che vola molto alta, e le persone non sono nemmeno più puntini, non esistono proprio, c’è solo l’atmosfera. Le tre costruzioni sonore dei Fuco sono altrettanti viaggi sonori, lascive jams senza gabbie, solo piacere ed immaginazione. I Fuco fanno musica che è davvero bello ascoltare, senza fini commerciali o plagi. La trovata dei due bassi è geniale e rende tantissimo nell’impasto sonoro e lo spirito krauto viene liberamente fuori. Uno split bellissimo, alfiere della cospirazione do it yourself dentro e fuori, di amicizia e solidarietà musicale e non solo, il tutto per produrre un qualcosa di gran valore, musica libera e liberatoria.» (Massimo Argo)
Komakino [english]
«What do we have here. A vinyl record, a split disc, two bands sharing. A lot of indies, DIY entities co-producing. Strigide Records, Burning Bungalow, Sonic Reducer, Smartz Records, TUTTI PAZZI fanzine, CSA nEXt Emerson, Dreamingorilla Rec, Klas production, Insonnia Lunare Records, Dove Corri?, Minoranza Autoproduzioni, Equal Rights, Lanterna Pirata, Shove, Scatti Vorticosi Records | Salterò. Wow. That's so DIY. A community. So 90's. A-side of this split (actually there's no A/B side, you choose), from Savona, Italy, Affranti - nomen omen, translated from Italian, 'disheartened' I may say, - their music vehicles fierce, fierce distress. A collective, more than a classic line-up band. Recorded by Giulio Farinelli e Andrea Nocco (Gli Altri) of Greenfog Recording Studio in Genova, La Paura Più Grande comes out after six years since their former split with Sumo. Seven tracks of flaming 90's emo/hc, made in Italy old-school, let's say, and they are around since 1995 (check Discogs). Male/female vocals (Roberto, Federica and Vittorio), full of evocative emphasis, desperately cried out (Sulla Scena del Delitto), bombing drums, scrawny, angular guitars distortion. Le Mie Parole plays at best their noise driven tsunami, IMHO, together with the enthralling and propelled refrain of La Terra Bruciata dal Fuoco. Che Poi Non é Vero and V bring to the top their addiction of oratory art mixed with austere, harsh punk intensity. Hearth-driven, emotional post-HC. Emo, I think it was called in the 90s, right? A CD version of La Paura Più Grande also available. After Affranti's load of kicks, Fuco: from Northern Italy's Canavese, a three piece which sees two bass players, Lele Giraudo (formerly of Turin HC legends BelliCosi, Isobel, Kirsch) and Marco Rigamatti, plus drummer Franco Forresu (with Giraudo in Isobel, Kirsch). More recently, they turned in a four-piece, adding guitarist Danilo Corgnati (3EEM, Isobel) which here plays synth on GGU. Three tracks of smoking dub and nervous kraut ambients, fully instrumental, an ascension to cold psychedelia, where the opening piece is Tina, a grown up girl born in 70s Hallogallo era, I'd dare to say. An obsessive, cerebral main line of bass, while a modified bass VI plays the phrasings on a guitar amp. Second track Bodo is circular, like a spiral, hypnotic and mesmeric, tingling the libido of losing yourself into sound subconscious. Over seven minutes tripping into this, first as a meditation, then as an emotional catharsis. Not less immersive is the GGU track. Directionless main bass line and calmed-down heartbeat drums leading the tripped-out scene, while the other bass fuzzing around. Recorded by Tino Paratore of Cerchio Perfetto, in Giraudo's cellar studio. Addicted is also available as CDr here. Vinyl mastered by Maurizio Giannotti. Fuco's and Affranti's artwork are by Cristiano Baricelli.» (Paolo Miceli)
Punk4free
«Cioè premetto che quando ho letto i due nomi in questione Affranti e Fuco ho subito detto mia alla recensione. Sono due gruppi che conosco particolarmente bene. Gli Affranti dalla Liguria (Savona), attivi fin dal lontano '97, dapprima nell'anno 2003 con l'album Cio' Che Rimane, che ancor oggi è una pietra emotional/post-hardcore (o post-punk o semplicemente hardcore, che vi consiglio di andarvi ad ascoltare se non l'avete mai fatto!), poi nel 2005 con Lontano Da Qui (altrettanto consigliato), oltre poi ad uno split con i Sumo datato 2011, fino ad arrivare a questo La Paura Più Grande nel 2017. "Quando ascolti l'ultimo disco si sprigiona tutta la sofferenza di un disequilibrio in una traballante presa di coscienza e si riaprono tutte le cicatrici di un suono che è stato trascinato avanti per tutto questo tempo, se ne sentono tutte le ammaccature e le scorticazioni, riecheggiano tutti gli schiaffi e il senso di sconfitta, si percepisce la polvere di una vita sbattuta al chiuso di una sala prove mefitica. Quante ore intorno a un giro di note poi accantonato, quante parole dietro una metafora incompiuta poi trasformata in sintesi." I Fuco da Torino, nascono dalle ceneri tra gli altri degli Isobel, degli Stonegod e dei BelliCosi (1992-2003) non so se rendo l'idea... Se non conoscete i BelliCosi consiglio caldamente di andarli pure questi ad ascoltare...qui non vi cito la loro discografia in quanto sarebbe davvero parecchia roba tra album, Ep, vinili, split vari, comparse con svariate tracce in compilation, senza contare gli innumerevoli concerti sparsi per lo stivale e pure in Europa.. un piccolo pezzetto di storia del punk italiano anni '90). "Entità a 3 teste avvistata nella torbida foschia canavesana aggirarsi confusa tra muschi, licheni e luppoli più o meno selvatici. In giro da un po' di anni sotto altri aspetti ed altre forme, ama il rock crauto e la bagnacauda. Fuco suona un basso, un basso modificato e una batteria." Emozione! E' quello che si prova quando si fa partire questo notevole Split tra 2 grandissime band. Le canzoni proposte (soprattutto quelle degli Affranti, in quanto i Fuco sono solamente strumentali) sono poesia, un turbinio di sensazioni che ci travolgono, disagio, inadeguatezza, paure, incubi, rabbia, implosione che ognuno di noi si tiene dentro fino ad esplodere. Si tratta di un emotional-core o post-hardcore, introspettivo cantato in italiano, il che dà ancora più impatto al tutto dato che si riescono a capire bene i testi e immaginarsi mentre si ascoltano le tracks la visione di quello che i nostri ci cantano. "Hai mai sentito l'odore dei pensieri che bruciano? // Fuori fa freddo // il pavimento è gelato // e a me sembra di sentire l'odore dei pensieri che bruciano // e a me sembra di sentire tutta la rabbia dei pensieri che bruciano. // Il tempo soffia via la polvere // ma non solleva dal petto questo peso non riesce a sollevare dal petto questo enorme peso. // E la rabbia continua continua ad esplodere // Non c'è più la persona // che credevo di essere" Poesia unita all'hardcore e se poi ci aggiungiamo il fatto che nel susseguirsi delle song c'è il continuo cambio tra voce maschile e femminile (grossa novità rispetto ai primi album), tra voce pulita mischiata a urla rabbiose, a pezzi parlati con musica lenta, a pezzi con voce più cattiva e tagliente, diciamo che il risultato è davvero qualcosa che spacca! Si arriva poi alle ultime 3 tracce targate Fuco che durano 20 minuti...si avete capito bene sono canzoni molto lunghe di un ipnotico e visionario post-rock strumentale che varia dal rock anni '70 al noise anni '90. Ci troviamo davanti a dei viaggi sonori che lasciano davvero molto spazio alla nostra immaginazione. La musica che ci propongono, con l'utilizzo di 2 bassi uno normale e uno modificato in una specie di synth-bass, è davvero molto geniale e particolare a tratti indie e senza fronzoli, come per dire che se non vi piace passate oltre che a loro non interessa non hanno necessità di farsi conoscere o altro, ma han solo voglia di fare qualcosa di nuovo e innovativo, qualcosa che piace un sacco e ci farà viaggiare chiudendo gli occhi e abbandonandoci ai loro suoni. Se andate su bandcamp trovate anche l'altro EP omonimo che unito a questo fa quasi un'oretta di suoni visionari, sogni e psichedelia! Che dire se non quello di ascoltarlo, riascoltarlo ed ascoltare pure le loro vecchie uscite...uno split nato dalla collaborazione Do it yourself...Questa è musica vera!» (Nene)
RadioCoop
«Split diviso tra i liguri Affranti e i Fuco, supergruppo piemontese composto da membri dei Belli Cosi e degli Isobel. Post core con venature hardcore per i primi , protagonisti di sette brani tesi e tirati, ipnotico e visionario post rock strumentale per i secondi. Proposte ostiche e d’impatto ma di notevole interesse.» (Antonio Bacciocchi)
Rockit
«Dopo sei anni di silenzio, torna a calcare i palcoscenici una delle band storiche dell'hardcore nostrano, gli Affranti, complesso di Savona che con il nuovo disco intitolato "La paura più grande" riprende ad esaltare nella propria musica quel mix di rabbia e drammaticità che ha sempre caratterizzato i lavori precedenti. L'apertura del disco con la traccia "Insegnami" delinea subito quella che è la strada del disco: tantissima emotività, linee di basso profonde che arrivano a far vibrare le viscere e lo splendido spalleggiarsi della voce maschile e femminile che rendono l'ascolto più morbido e attento. "Insegnami" è una preghiera esistenziale che fa da apripista al brano "La terra bruciata dal fuoco", pezzo decisamente più potente dal punto di vista sonoro e vocale, con una sezione ritmica molto dinamica che lascia spazio a intermezzi più recitativi. Si passa velocemente a "V", probabilmente il pezzo migliore del disco, dove la voce calda e recitante un testo meraviglioso e malinconico ci riporta alla mente alcune prove stupende degli adorati Massimo Volume ("Riesci a sentirlo adesso l'odore dei pensieri che bruciano? E' un attimo, poi tutto comincia ad esplodere. Non c'è più la persona che credevo di essere, non è mai esistita la persona che credevo di essere"), una poesia di dolore e di rabbia che si staglia prepotentemente in fondo all'anima di chi ascolta. Il basso iniziale e martellante di "Punto di fuga" si miscela poco a poco con le due chitarre che creano un'atmosfera a tratti claustrofobica, in uno "spazio che manca", un ambiente "senza punti di fuga". Atmosfera che si ripete costantemente in tutto il disco, anche nei pezzi dalla spinta sonora più vivace, come nel brano metalinguistico e pessimista "Le mie parole", che anticipa la chiusura affidata ai colori cupi e tetrali di "Che poi", un'ultima danza di parole e musica a far da cornice a un disco come al solito introspettivo e fortemente emotivo. La versione in vinile presenta inoltre tre tracce strumentali dei piemontesi Fuco, una vera e propria odissea sonora in grado di spaziare dal post-rock al noise grazie alla perfetta sintonia dei due bassi,che creano una linea ipnotica e possente. Le bellissime atmosfere dei Fuco si amalgamano perfettamente nel quadro dipinto di questo bellissimo split, come se fossero due facce di una stessa medaglia, il degno compimento di un lavoro che farà venire agli amanti del genere una malinconia incredibile. » (Marco Del Casale)
The Breakfast Jumpers (Fuco)
«Fuco, da Torino vi porta la notte anche di giorno con il loro nuovo e meravigliosamente cupo lavoro dal titolo Addicted. Post-rock strumentale, ossessivo e psichedelico in giusta misura. Uscito in CD per Smartz Records ma anche in un LP dove dividono equamente i lati con La paura più grande degli Affranti.» ()